Panico nella feccia! Una ragazza musulmana che ha denunciato la collega trans manda in tilt i benpensanti rossi! Non vuole che possa usare la toilette riservata alle femmine

La trans e la musulmana litigano per lo spogliatoio. Cortocircuito woke in tribunale

La “transfrau” Kylie, dipendente in una filiale di Mcdonald a Berlino, vuole usare la toilette femminile, ma la giovane islamica non ci sta e la trascina davanti ai magistrati: a chi daranno ora ragione i benpensanti?

di Lorenzo Grossi per Il Giornale

Scatta il “panico” all’interno dell’universo delĀ politically correctĀ dopo che una sentenza sarĆ  destinata a fare giurisprudenza non solo in Germania – dove ĆØ stata emessa – ma in tutta quella fetta politica-sociale nel resto dell’Occidente che si ĆØ sempre eretta per difendere i diritti sia della comunitĆ  Lgbt+ sia di chi professa in maniera “moderata” la religione islamica. PerchĆ© adesso, per tutti gli esponentiĀ radical-chicĀ partirĆ  inevitabilmente la lunga ricerca di una risposta netta alĀ dubbio amleticoĀ sorto dopo una diatriba sviluppatasi tutta in terra tedesca: dare ragione e sostegno all’uomo che si sente donna e che quindi avrebbe la libertĆ  di entrare nei bagni femminili oppure a una giovane musulmana che denuncia una violazione dei propri diritti?

Ecco come si sono svolti i fatti riportati dalla Berliner Zeitung. Kylie ĆØ un dipendente della McDonald alla Hauptbahnhof (la stazione centrale di Berlino) e ha fatto coming out comeĀ “transfrau”Ā – letteralmente “donna trans” – anche la traduzione potrebbe non essere considerata correttissima dai diretti interessati in quanto si tratta piĆ¹ precisamente di uomo che decide di essere donna anche se non si ĆØ ancora operato (e da non confondere con travestito). Succede che questa persona chiede di potereĀ utilizzare lo spogliatoio delle dipendenti: la direzione non ha nulla in contrario, ma unaĀ cameriera islamica proibisceĀ a Kylie di cambiare l’uniforme vicino a lei. A questo punto i responsabili del fast food cambiano idea e appoggiano la ragazza, pregando Kylie di tornare nello spogliatoio maschili. La transfrau non ĆØ d’accordo e non accetta nemmeno la soluzione di compromesso, ovvero il trasferimento in un’altra filiale dove si trattano hamburger e dove quindi non lavorano dipendenti musulmani.

Kylie denuncia quindi la direzione per discriminazione, chiedendo unĀ risarcimento. In una prima istanza il giudice le dĆ  tuttavia torto e la costringe ad andare direttamente a processo al tribunale del lavoro. La persona gender fluid presenta quindi ulteriore ricorso ed ĆØ qua che i cittadini berlinesi rischiano seriamente di spaccarsi. Loro, del resto, sono da sempre all’avanguardia nell’accettare ogni variante sessuale, ma adesso tra due si trovano in scacco matto traĀ tolleranze di segno opposto. Qualunque sarĆ  la conclusione, infatti, non potrĆ  accontentare tutti: nemmeno nella capitale europea piĆ¹ “tollerante”. Manca ancora la motivazione del giudice, ma si puĆ² intuire che il magistrato avrĆ  dato torto a Kylie in quanto, nonostante il verdetto andrebbe contro la sua nuova sensibilitĆ  femminile, potrebbe sfruttare degliĀ ambienti bisexĀ che esistono da anni a Berlino, anche per esaudire le richieste del movimento Lgbt.

Nel frattempo, il governo del cancelliereĀ Olaf ScholzĀ – reduce da una fresca titanica scoppola alle elezioni europee e ormai considerato un semplice reggente e traghettatore fino al voto nazionale del settembre 2025 – invece che a pensare a problemi di carattere piĆ¹ urgente in confronto ai rispettabilissime questione di percezione gender, ha proposto con la sua coalizione unaĀ legge sulla autodeterminazione di genere: seguendo di fatto la moda del momento e imitando in questo gli Stati Uniti d’America, ognuno potrĆ  decidere a quale sesso appartenga e cambiare idea quando vuole, nel caso la norma dovesse essere approvata. Tutto quindi verrĆ  “finalmente” risolto: in attesa della prossima controversa in tribunale tutto in salsa woke.

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