Accordo segreto fra Putin e Trump? La voce che proviene dagli Usa: divisione in due dell’Ucraina e l’uscita del Paese dal controllo americano ed europeo

di Paolo Cagnoni per The Social Post

La fine della guerra in Ucraina, secondo quanto scrive in un articolo con informazioni esclusive il Giornale d’Italia, sarebbe dietro l’angolo se Donald Trump fosse eletto alla Casa Bianca. Secondo quanto emergerebbe dai rumors raccolti nell’ambiente, ci sarebbe già un accordo “segreto” fra il tycoon e Putin che verrebbe comunicato ufficialmente a ridosso delle elezioni presidenziali americane. “La guerra in Ucraina finirà presto”, dichiara la fonte del quotidiano italiano. “Molto prima di quanto ci si possa immaginare. Già il prossimo mese, quando l’esercito russo conquisterà Kharkiv. Mosca potrebbe completare la sua opera ma si fermerà, non andrà oltre e non avanzerà fino a Kiev“. Questo perché, negli accordi con Trump, sarebbe prevista la divisione in due dell’Ucraina e l’uscita del Paese dal controllo americano ed europeo. La conquista di Kharkiv, che si trova a circa 12 ore di distanza da Kiev, rappresenterebbe quindi lo snodo fondamentale per arrivare alla conclusione del conflitto.

Dopo aver preso la città, fra settembre e ottobre (le elezioni americane sono previste per il 5 di novembre) arriverebbe la notizia dell’accordo. La Russia ingloberebbe i territori che le sono più affini, a partire dal Donbass e dalla Crimea, mentre la parte restante del Paese, compresa la zona di Odessa come unico sbocco rimasto sul Mar Nero, rimarrebbe ucraina ma sotto il controllo di un uomo vicino al Presidente Russo. Secondo questo piano, a Zelensky verrebbe concessa una “fuga dorata” in Qatar, dove il leader ucraino potrebbe godersi 300 milioni di “pensione”, oltre alle proprietà di Forte dei Marmi e alla casa da 50 milioni di dollari che la moglie Elena avrebbe appena acquistato a New York. Nell’accordo rientrerebbe anche il passo indietro della Nato dai territori che facevano parte dell’accordo di Minsk, poi violato: Paesi Baltici, Polonia, Bulgaria, Romania e Ungheria. Che verrebbero costretti a rinunciare ai missili Himars a lunga gittata, che rappresentano un pericolo perché in grado di colpire sino a 300km di distanza in territorio russo.

In pratica si verrebbe a formare una “cintura di sicurezza” intorno ai confini sovietici, che escluderebbe comunque i Paesi Scandinavi, visto che Finlandia e Svezia ormai sono entrate a far parte della Nato. Tutto dipende dunque dal risultato delle presidenziali Usa. Putin non avrebbe interesse a continuare la guerra, visto che l’alleanza fra Russia, Cina e India può contare su un Pil superiore a quello Occidentale. E nonostante le “fughe in avanti” di Macron e della Francia, nemmeno all’Europa converrebbe rischiare uno sviluppo globale del conflitto, visto che gli eserciti europei registrano una carenza di armamenti causata dal continuo invio di armi a Kiev. L’Italia, per esempio, sconta un grave deficit di munizioni e di sistemi anti missilistici. La difesa Europea, nel suo complesso, si trova in grande difficoltà. Ultimo ma non ultimo, la fine della guerra aprirebbe al gigantesco business della ricostruzione dell’Ucraina, che per i prossimi 10 anni rappresenterà una vera e propria miniera d’oro per i Paesi che vi saranno coinvolti.

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