Gli uomini Ucraini non ci pensano nemmeno a combattere per sta gentaglia! Persino il Corriere costretto a smontare la narrazione del “popolo che lotta per la sua libertà”

Estratto dell’articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”

I tre poliziotti cercano di fermare il giovane uomo che non intende mostrare i documenti. Lui si divincola, scappa, loro lo inseguono, gli strappano la maglia con violenza, lo gettano a terra. Intervengono alcune donne, una pare sia la moglie. «Polizia ladra, criminali, andate voi al fronte!», urlano spintonando gli agenti.

Accadeva tre settimane fa nel centro di Dnipro. A Odessa la settimana scorsa i militari si sono scagliati contro due paramedici e l’autista su di un’ambulanza, li hanno tutti arrestati. Sono dovuti accorrere altri infermieri in delegazione al commissariato: una vera mobilitazione dagli ospedali, per ottenere il loro rilascio. E due giorni fa nel cuore di Kharkiv, renitenti alla leva e militari si prendevano a cazzotti nei vialetti del parco che porta allo zoo municipale.

Sono soltanto alcuni degli episodi più noti in Ucraina: è dall’inizio dell’anno che i video della caccia aperta alle nuove reclute da parte delle forze dell’ordine, e soprattutto delle guardie dei centri di reclutamento, sono diventati virali. A febbraio tra i più popolari c’era quello dei passeggeri di un minibus a Odessa che a suon di sberle e urla erano riusciti a fare liberare un paio di uomini. Poi sono circolate le immagini delle retate nelle palestre e nei bar di Kiev a tarda sera, appena prima del coprifuoco. Cittadini portati via nel buio, sequestrati di nascosto, come ladri nella notte. La colpa: non essersi presentati per la visita medica e iscritti alle liste di arruolamento.

Il tema è bollente: trattarlo significa andare diritti al cuore delle tensioni sociali e politiche che lacerano l’Ucraina 29 mesi dopo l’inizio della guerra imposta da Vladimir Putin. Lo riassumeva bene ieri Deniza Gezina, studentessa 23enne animatrice del «Mare di Kharkiv», festival giovanile mirato a dare coraggio alla città bombardata, dove però gli uomini in età di leva quasi non si fanno vedere nel timore di retate.

Ne è consapevole anche Volodymyr Zelensky, che sino ai primi di aprile ha cercato di ritardare e annacquare la nuova legge sulla leva per non perdere il sostegno popolare. Ma il problema si era fatto pressante sin dall’autunno scorso: terminato il periodo quasi magico delle folle di volontari di ogni età, che sin dalle primissime ore dell’invasione si sono offerti con slancio generoso di andare a combattere, l’Ucraina adesso ha bisogno urgente di soldati.

Conseguenza: dal 18 maggio al 17 luglio tutti i maschi di età compresa tra i 18 e 60 anni hanno il dovere di presentarsi ai 27 centri di reclutamento sparsi nel Paese. Ad oggi si sono registrati un milione e 600mila. Tra loro, chi ha più di 25 anni può venire reclutato immediatamente. Ma tanti mancano all’appello, compresi i circa 600 mila fuggiti all’estero.

«Siamo passati dall’era fortunata degli eroi pronti a morire per la libertà a quella dei marmittoni senza spina dorsale, gente che marca visita per non andare in pattuglia», ci dice Sergei Satzky, 30enne portavoce delle truppe speciali della Brigata Lut (Rabbia) reclutate tra i poliziotti di Odessa. Numeri alla mano, l’ufficiale ricorda che nelle 48 ore seguenti l’invasione russa la Lut fu in grado di mandare al fronte 1.200 volontari. «Ma adesso siamo contenti se riusciamo a racimolarne 25 al mese», dice.

La spiegazione viene anche dalle perdite. Tra morti e feriti, la brigata è oggi ridotta a meno della metà. Inevitabilmente cresce la tensione tra veterani e nuove reclute.

tratto dal canale Telegram di Nicolai Lilin

L’ennesimo episodio della mobilitazione forzata in Ucraina, per fortuna la vittima del sequestro alla fine è riuscita a fuggire. I commissari di arruolamento del regime di Zelenskij hanno provato di sequestrare un automobilista alla guida del suo mezzo, ma l’uomo non si è fermato e ha lasciato i sequestratori a mani vuote. (VIDEO)

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