Ecco l’uomo che combatte le borseggiatrici facendo infuriare Landini ed i fancazzisti della CGIL: si chiama Andrea Cicalone e gira nei centri storici scortato da campioni di pugilato

1-‘TORINO PERICOLOSA’, LO YOUTUBER CICALONE ANCHE SOTTO LA MOLE 

(ANSA) – Anche Torino è stata visitata da Simone Cicalone, l’ex pugile romano che ha dato vita alla squadra anti-borseggiatori alla metropolitana di Roma, ed ha attirato le rimostranze della Cgil. Sul web ci sono i filmati dei reportage compiuti da lui e dal suo gruppo sette mesi fa alla stazione ferroviaria di Porta Nuova e nelle zona di porta Palazzo e Borgo D’ora insieme a un altro popolare youtuber conosciuto come Franchino.

Da quel che si ricava dai filmati, Cicalone – facendo evidentemente un raffronto con altre località italiane – non ha espresso un giudizio totalmente negativo rispetto alla situazione dei portici di via Nizza ma, soprattutto in altri punti, non ha mancato di sottolineare sporcizia e degrado: il team si è anche interessato alle condizioni di un uomo steso privo di conoscenza su una panchina, apparentemente per l’abuso di bevande alcoliche, e ha chiamato un’ambulanza.

Fra i numerosi commentatori alcuni fanno notare che la visita in via Nizza è avvenuta in pieno giorno subito dopo la fine delle Atp di tennis “quando alla città era appena stata data una sistemata”, e più di uno lo ha invitato a tornare alla sera, “perché – ha scritto un internauta – dopo le 19 diventa paurosa”.

2-CAPELLI RASATI, BLITZ CONTRO I BORSEGGIATORI E VIDEO: CICALONE, IL GIUSTIZIERE FAI DA TE

Estratto dell’articolo di Gianluca Nicoletti per “La Stampa”

La terra di nessuno di re Cicalone è diventata il nuovo terreno di scontro tra civiltà. La Cgil ha chiesto al Prefetto di Roma di intervenire perché la presenza di un gruppetto di nerboruti pugili e campioni di arti marziali sta documentando nei social il loro presidio nella metropolitana romana, realizzano video virali della loro attività come “dissuasori attivi” di borseggiatori. […]

Ho incrociato mesi fa l’ex pugile Simone Cicalone e i suoi in via Tomacelli, a pochi passi dalla Maison Fendi. C’era con lui il suo braccio destro Mattia Faraoni, campione del mondo di kickboxing, assieme altri tre o quattro giganti da combattimento.

I capelli rasati a due stadi, dotazione di microfoni e telecamerine incorporati sempre in funzione, perché ogni loro passeggiata è già parte del loro format. Il vero campo di azione è sempre stato però nelle periferie più invalicabili, parlano con spacciatori, ex galeotti, gente che vive ai margini di tutto e non rispetta nessuno che non conosca la loro lingua.

Con Cicalone e i suoi però i coatti di ogni categoria comunicano, mentre gli inviati della tv “che parla alla gente” sono presi a sputi e sassate e nessuno vuol avere a che fare con loro. Da quando però Cicalone e i suoi sono scesi nelle metropolitane, i ladri al loro passaggio restano tutti a occhi bassi. Non serve l’esercizio della violenza, basta uno sguardo.

Il borseggiatore latinoamericano sembra un moscerino circondato da quattro giganti che lo bombardano di domande: «nun te vergogni? L’altro giorno hai menato a una vecchia. Poteva essere tua nonna, le hai portato via la pensione, perché non vai a lavorare?».

A volte in trasferta a Napoli, Forcella, Scampia, Secondigliano. Come alla stazione Mestre, o a via Pre a Genova.Il degrado e le zone abbandonate alla criminalità sono il loro set naturale, ovunque ci siano macerie da descrivere, con dentro i confinati fuori dalle aree incivilite delle città da far parlare. Sia pure in sottopassaggi, garage abbandonati, tra porte sfondate e allacci clandestini.

La descrizione del degrado con il linguaggio dell’autopsia ora però è arrivata a lambire i non luoghi; quelli che tutti attraversiamo e da cui nessuno vorrebbe esserne contaminato. Ecco perché ora Cicalone è diventato un caso politico, solo adesso che la puzza del “parasite” è arrivata fino alle stazioni che si aprono su piazza di Spagna, i Musei Vaticani, il Colosseo. Il manipolo degli streamer con i muscoli ora racconta quello che accade sotto ai piedi di chi passeggia per via Condotti.

[…] Non si ripeta però uno sbaglio oggi ricorrente, si eviti di sottovalutare l’impatto che Cicalone e i suoi possono avere su chi ogni mattina ha paura di prendere un mezzo pubblico, perché ha la certezza di muoversi in una terra di nessuno.

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